Quando internet e i social determinano la vita reale
Il 2020 è stato (anche) l’anno di internet, delle connessioni, delle videochiamate e degli acquisti online. Il mondo digitale si è evoluto in pochi mesi con la stessa rapidità e progressione di anni. Più dell’86% delle persone hanno effettuato acquisti online.
Questi semplici dati ci permettono di capire che l’online ha ormai abbracciato tutto e tutti. Ma siamo realmente pronti a questo? O meglio, riusciremo a non farci travolgere completamente da questa valanga di possibilità?
Viste le ultime notizie d’oltre oceano, a primo acchito si direbbe assolutamente di no, ma è chiaro che l’assalto alla democrazia più forte del Mondo, non è che una punta di un iceberg di un problema ben più vecchio. Come spesso accade, la società in modo più o meno consapevole, si lascia prende, trasformare e sfruttare da stravolgimenti abbondantemente prevedibili.
Di quanto le nostre vite siano cambiate in questo lento e drammatico 2020, avevo già fatto cenno agli albori delle Irrilevanze, con un pensiero sul ribaltamento della realtà, in una contingenza più unica che rara come quella che ancora oggi, dopo quasi un anno, continuiamo a vivere.
Anche allora credevo fermamente nella potenza di questo luogo, l’internet, del suo dono democratico e della grande possibilità che noi, intelligenze umane abbiamo grazia questo strumento.
Ma cosa è successo nella notte tra il 6 e il 7 gennaio? Si è espresso un problema reale di scollamento tra il mondo tradizionale e quello virtuale. Nella nazione dei servizi segreti, negli Stati Uniti d’America non è stata prevista, né fermata, né realmente arginata una sommossa che ha preso piede proprio da internet e dai social network.
L’altro lato della medaglia, se possibile, è stato anche peggiore. La risposta dei grande aziende come Twitter e Facebook a questo moto contrario e violento, tutto figlio delle politiche di destra del Presidente uscente Trump, stato bannare, censurare finanche a chiudere gli account dell’ex presidente in virtù di una sorta di salvaguardia della democrazia.
La domanda sorge spontanea, come è possibile salvaguardare la democrazia con un atto palesemente anti democratico? Come si può tutelare limitando il diritto di espressione?
Gli atti di censura di Twitter e Facebook sono stati palesemente dannosi alla libertà, in quanto, sebbene qualcuno doveva fermare gli atti dispotici dell’ex Capo della Casabianca, questo onere non poteva essere affidato ad aziende private.
Il precedente creato in questa occasione è gravissimo, un domani, anche con il dilagare via web delle teoria fondamentaliste di destra, chiunque potrebbe decidere di limitare la libertà di espressione dell’uno o dell’altro politico, pensatore, opinionista ecc… .
Gli atti di Capitol Hill potevano e dovevano essere intercettati, arginati e gestiti, evitando morti e feriti. L’azione postuma dei social network non ha nulla a che vedere con quel tipo di gestione.
Queste brevi righe di riassunto di un fatto che va a incolonnarsi in una serie di fatti storici di questo martoriato 2020, ci porta a un’unica risultante: i social network, ma molto più in generale, il mondo di internet urge di una costituzione, una legislatura, calibrata rispetto al “luogo” e che possa competere con il mondo reale.
Ovviamente non si tratta di un’intuizione brillante, ma di un indizio già riportato da uno dei documentari sul tema, più interessanti “The social dilemma”; docufilm che mette in evidenza criticità importanti sotto l’aspetto sociale, economico e ovviamente democratico.
In casa abbiamo un micro esempio che ci porta a pensare, la piattaforma Rousseau, ideata da Casaleggio per il Movimento 5 Stelle. La piattaforma non è solo uno strumento, ma è il luogo dove devono svolgersi le più importanti decisioni di un movimento/partito di governo. Un unicum nella nostra democrazia che esce totalmente dalle prassi e dalle logiche chiare e consuete.
Per questo e per milioni di altri esempi internet e tutti gli strumenti abbinati devono prevedere una legislazione ad hoc che permetta a tutti di esercitare la propria liberà di espressione nel pieno rispetto delle vite altrui.
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