Strategie d’innovazione delle PMI italiane

L’innovazione e la digitalizzazione delle PMI

In questi mesi di lenta e assonnata ripartenza abbiamo sentito parlare e continueremo a farlo lungamente, di innovazione, tecnologia e digitalizzazione per le PMI.

Finalmente, numerosi finanziamenti europei e nazionali verranno intercettati da moltissime piccole e medie aziende italiane. Questo sicuramente ha un valore positivo e interessante per l’economia della Nazione, ma d’altro canto, ci dà la misura precisa di quanto le imprese italiane siano arretrate e quanto piccolo sia l’apporto tecnologico che queste hanno dato alla semplificazione dei processi interni.

In sostanza, l’economia italiana solo quando si è trovata nella situazione di estrema crisi e di adattamento ad un mercato globale già digitale, si è mossa nella direzione dello sviluppo dell’automazione e della digitalizzazione.

Digitalizzazione: a che punto siamo

Come sappiamo l’Italia è un paese popolato maggiormente da aziende di piccole e medie dimensioni, queste stesse sono spesso dotate di strumenti desueti o non aggiornabili per affrontare il business.

Il primo scoglio a livello culturale da superare è quello relativo alla differenza tra marketing digitale e digitalizzazione aziendale. Infatti, le strategie digitali di un’impresa non sono caratterizzati solo dagli strumenti del marketing quali i social, le email e l’advertising. Si tratta di molto di più, ovvero l’insieme delle potenzialità che ha la tecnologia per elevare la qualità del lavoro, del servizio o del prodotto offerto così da fidelizzare i clienti e aumentare le prestazioni.

Spesso in Italia ci si trova dinanzi a imprenditori che credono che un sito internet sia uno strumento sufficiente per essere digitali. In realtà questo non è che la punta di un iceberg ben più profondo.

La sfida, tutta Italiana, è proprio quella di aiutare il tessuto produttivo e commerciale a spingersi verso processi ottimizzati. Le grandi aziende stanno già sperimentando in questo senso, per esempio è il caso della blockchain, una struttura di dati condivisa e “immutabile”. Una sorta di registro digitale le cui voci vengono organizzate in blocchi in ordine cronologico e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia.

I sistemi sviluppati con le tecnologie Blockchain e Distributed Ledger sono:

  • digitalizzazione dei dati;
  • decentralizzazione;
  • disintermediazione;
  • tracciabilità dei trasferimenti;
  • trasparenza/verificabilità;
  • immutabilità del registro;
  • programmabilità dei trasferimenti.

Riuscire a coadiuvare i sistemi di produzione e commercializzazione con questi metodi per la sicurezza e la verificabilità, eleverebbe qualsiasi settore, dalla pubblica amministrazione alle banche, passando per le medie imprese.

Processi automatizzati e marketing automation

Se i sistemi di digitalizzazione e sicurezza dei dati come la blockchain sono la base nella realizzazione dei business che vogliono sopravvivere al mondo attuale, il marketing automation con email, campagne, analisi, social media marketing, CRM sono gli strumenti necessari per ottenere in modo sistematico il coinvolgimento del cliente massimizzando e semplificando.

Se l’obiettivo in un’ottica globale di business è quindi quello di convertire in clienti soddisfatti e fidelizzati, grazie ad azioni mirate e personalizzate, non si può prescindere da automatizzare tutte queste fasi, di produzione, commercializzazione e movimentazione.

In base ad ogni vocazione di business e alla natura aziendale, anche le dinamiche che non interagiscono direttamente con i clienti, devono prevedere fasi smart.

Cosa si intende per processi automatizzati in azienda?

In sintesi un’azienda per avviare questo processo, deve gradualmente convertire i processi manuali in digitali. Per farlo ha bisogno di software che identificano i prodotti e le fasi di lavoro.

Solo grazie a questo è pensabile poter avere dati e informazioni utili e capaci di migliorare. 

Tra le principali modifiche che si possono apportare, per esempio ci sono quelle realizzate per il monitoraggio e l’identificazione del magazzino e della merce stoccata al suo interno. 

Grazie a dispositivi ottici, QR Code e altri hardware, sempre più sofisticati, dare un nome o un codice univoco alle componenti del business, diventa semplicissimo. Si tratta di un’ottimizzazione di tempi e di denaro che permettono un immediato risparmio, in virtù di altri investimenti: la ricerca, la pubblicità, la formazione e l’aggiornamento dei dipendenti.

Le nuove frontiere della digitalizzazione nella vendita: il dropshipping

In questo ambito, uno dei trend maggiori nell’ambito dell’ecommerce (ovvero potenzialmente qualsiasi attività che attualmente vende, al dettaglio o all’ingrosso), è il dropship, un magazzino virtuale. 

Su cosa si basa e come funziona? Sembrerebbe buffo pensare a questa tecnica come nuovissima e all’avanguardia, proprio perché di digitale ha poco. Mi spiego meglio. Si tratta di un magazzino che esiste solo grazie all’esistenza di altri magazzini, quindi grazie ad accordi commerciali tra essi.

Tendo sempre a preferire tutte quelle forme di innovazione che nascono grazie a all’ottima fusione tra metodologie del passato e approcci futuristici. 

Il drop ship è esattamente questo, una dimensione che fa della sostenibilità, dell’ottimizzazione e del digitale i suoi valori di base per gestire la merce. Questo argomento meriterebbe un grande approfondimento specifico, in questa sede è sufficiente dire che si tratta di una di quelle evoluzioni che vanno incontro alla digitalizzazione dei processi e alla semplificazione dei costi.

Questa lunga descrizione ha l’obiettivo di portare a pensare le strategie delle aziende dal midollo, evitando di commettere l’errore di dare il peso sbagliato agli strumenti. Prima di aprire un canale social, un sito internet, prima di creare un’app, chiedetevi come si svolgono i processi aziendali, fatevi delle domande che entrano nel cuore dell’azienda:

  • si stampa ancora carta per passare da una fase di lavoro ad un’altra?
  • tutti i componenti di un team possono accedere alle informazioni necessarie alla processazione di un prodotto o servizio senza aver bisogno di interloquire fisicamente con un collega?
  • se la tracciabilità dei prodotti o dei flussi di commercializzazione è trasparente, sia per il cliente che per i dipendenti?

Molte altre sarebbero le domande da porsi per un management davvero digitale delle aziende, ma solo dopo aver dato una risposta a queste e aver lavorato all’eventuale ottimizzazione, si può apportare un vero piano di marketing digitale, espressione di valori innovativi, di ricerca e molto altro.

Oltre che inutile, una strategia non guidata dai processi che incidono direttamente sul business e che danno vita allo stesso business, può essere addirittura dannosa e dispendiosa. 

Il marketing e le attività legate al management del brand all’interno delle aziende, non sono una scatola chiusa, ma bensì un flusso costante che attraversa i vari reparti, per rendere possibile l’evoluzione e mettere in pratica le ricerche.

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